Non è ancora terminata la stagione in corso che già si scaldano i motori per la prossima..e noi con loro. Non possiamo non fare una riflessione infatti sul valzer di panchine a cui assisteremo per la stagione 2016/2017. Un valzer assai poco romantico, in cui la musica che sentiremo sarà solo quella dei soldi che scorreranno nelle tasche dei ballerini, con gli appassionati che, come sempre al di là del risultato, saranno pronti a seguire i loro beniamini sotto nuove direzioni tecniche.
La cosa più incredibile, a mio parere, è che sala da ballo principale in quest’occasione è l’Inghilterra, paese assai poco avvezzo al cambio di panchina prematuro, ma che già in questa stagione ancora in corso ha fatto tremare il calcio mondiale con una decisione shock: è stato esonerato Mourinho. Proprio lui. Lo Special One, che impersonava la stabilità tecnica insieme a pochi altri eletti, che ha rivoluzionato il calcio per il modo in cui gestisce lo spogliatoio, che…quest’anno però è partito male. Dalla questione con la sexy Carneiro a inizio anno, agli insuccessi in campionato, alle bizze degli spagnoli, alla vecchia – troppo vecchia – guardia che perde colpi, Mou si è arrampicato in più circostanze su specchi altissimi, fin troppo per uno come lui che ha sempre dimostrato di saper abbattere ogni ostacolo. A poco sono valsi i cori intonati dai tifosi dopo la vittoria dei Blues con il traghettatore Hiddink. Mou nel cuore, ma a casa.
In Spagna danno già per certo che il tecnico di Setubal sarà il nuovo tecnico dello United per il prossimo anno, visto che all’Old Trafford si sono stancati della gestione esasperante di Van Gaal. Anche qui, dobbiamo soffermarci un attimo. Anche io come molti, avevo creduto che il Profeta fosse l’uomo giusto per il dopo Ferguson (ed il disastro Moyes). I Red Devils necessitavano di un tecnico che prendesse in mano la gestione della squadra a 360°, e Van Gaal ha personalità e carattere da vendere. Per un progetto, servono i giovani su cui puntare, e Van Gaal è noto per puntare ed esaltare giovani rampolli (vedi l’acquisto di Martial). Per tornare a vincere a livello europeo, serve avere un tecnico dalla visione ampia delle cose, e il CV di Van Gaal parla chiaro. Ma forse, e dico forse, il Manchester United è una società talmente presente, un colosso societario talmente strutturato da non potersi permettere una personalità così “di personalità” come lui, che ha spostato addirittura la cena di Natale a fine Novembre perché voleva avere i giocatori in forma per il Boxing Day. Certo, prendere davvero Mourinho equivale a mettersi in casa un altro che, come si dice, non vuole noie, non per niente è un suo discepolo…ma forse, visto come è terminata l’esperienza di Londra, e visto che non è stupido, Mourinho potrebbe entrare con i piedi di piombo, adattarsi, ed essere davvero il sostituto ideale di Van Gaal. Come dire, l’allievo dopo il maestro.
La panchina del Man Utd è meta ambita in ogni caso, e pare che per Van Gaal questo sia l’ultimo anno (come gli successe al Bayern). Rumors d’oltremanica danno come nuovo tecnico… indovinate chi? Manuel Pellegrini. Dal City allo United. Incredibile, ma…improbabile. Per un semplice motivo, Pellegrini non ha la capacità tattica di cui invece necessita il Manchester United. Si vede bene al City: la manovra passa da Toure e Fernando con passaggi elementari, palla a Silva, Sterling, Navas o De Bruyne e poi vediamo che succede. In più, l’assenza di Kompany ha reso la difesa dei Citizens un colabrodo, con interpreti abbastanza discutibili (Demichelis e Otamendi). Per finire, in certe partite il Manchester City è apparso più spento di quanto un umano possa credere, e Pellegrini non ha fatto altro che pettinarsi la folta chioma rimanendo seduto sulla sua panchina. Nonostante tutto, ha passato come primo il girone di Champions, affronterà la non certo irresistibile Dynamo Kiev, è terzo in classifica a -6 dal Leicester e il suo addio è dettato da una logica diversa, di nuovo appeal che si cerca sulla sponda blu di Manchester.
Pep Guardiola sarà il nuovo tecnico infatti del Manchester City. Il Bayern sarà affidato ad Ancelotti. Il buon Carletto è stato scelto per la panchina dei bavaresi. Un ambiente ottimale per lui. Società potentissima, disponibilità economica, elasticità mentale ed un obiettivo chiaro: vincere. L’allenatore giusto. Non c’è dubbio. Ormai Ancelotti ha dalla sua un percorso fatto di successi, dall’Italia, all’Inghilterra, alla Spagna. Un allenatore moderno, che ha sempre assemblato la preparazione tattica tipicamente italiana con il bel gioco. Ordine e spettacolo insieme. Un mix perfetto che a Monaco ben vedono, pur non pretendendolo ossessivamente come, per esempio, succede a Madrid. Alla Casa Blanca, Ancelotti è diventato leggenda con la conquista della Decima, è arrivato Kroos grazie a lui, palleggiatore e genio del calcio tedesco che con Modric portò spesso il possesso palla madridista sui livelli (quasi) del Barcellona, ma, come successe a Mourinho, il pubblico del Bernabeu ha preteso sempre di più. Ancelotti invece troverà al Bayern un clima che potrà essere disposto, per tradizione, a sacrificare il bel gioco in virtù dei risultati se questo non venisse. Difficile pensarlo con i giocatori che ha a disposizione, ma alla fine, come sempre, saranno i trofei quelli che contano. Lui lo sa.
Dicevamo del Real Madrid. Panchina traballante per Benitez, a fronte della terza posizione in campionato, attualmente a due punti dal Barcellona capolista. Ma si sa, lì è cosi. A differenza dei catalani, che dopo il Guardiolismo che ha portato successi su successi, ha, soprattutto, creato un modo di giocare a calcio senza eguali, nella Capitale spagnola, ancora si cerca un’identità. La filosofia merengues, fa’ dei soci del club degli stakeholders che decidono parte del mercato. Ogni anno, una o più stelle, che luccichino come l’oro, e che possono essere pagate a peso d’oro. Zidane inaugurò il periodo dei Galacticos, insieme a Figo e Beckham, e poi tutti gli altri, da Ronaldo a Van Nistelrooy, da Cristiano Ronaldo a Bale. Tralasciando potenziali campioni (vedi Higuain), tutte le stagioni madridiste iniziano con un botto di mercato; poco importa chi sia l’allenatore, che dovrà poi posizionare la nuova stella in uno scacchiere che già annovera personalità eccelse del calcio. Poco importa l’equilibrio tattico, a Madrid si giocherebbe con un trequartista pure tra i pali. Vincere e divertire, il pubblico chiede e pretende questo. Quel signore nella foto, che stringe la mano a Benitez, sembra il designato successore di Don Rafè, che dopo un solo anno (anzi, alla fine del girone d’andata) ha già il futuro scritto. Zidane dovrebbe essere promosso alla guida della prima squadra, lui che quando giocava, vinceva e divertiva (ci si scorda però che a suo supporto c’era un certo Makelele che recuperava i palloni per lui) e che a Madrid osannano in modo quasi religioso, sarà pronto per guidare los Blancos? La Castilla è ora seconda in classifica, ma quando devi confrontarti con palcoscenici ed avversari da prima squadra…le cose cambiano.
Staremo a vedere. Una cosa è certa: gli allenatori di oggi, destinati ai grandi club europei, muovono milioni di euro, con giocatori e sponsor che li seguono. Gli allenatori di oggi hanno personalità forti ed un proprio modo di intendere il calcio. Quindi, anche il pubblico assisterà a qualcosa di nuovo. Che sarà sicuramente interessante da vedere…e commentare.