WILLKOMMEN JURG

downloadJurgen Klopp è il nuovo tecnico del Liverpool. Punto. Non bisogna aggiungere altro. Una scelta dovuta, ponderata, ma giusta. Rodgers non era buono. Se ne sono accorti tutti. Nel Maggio del 2012, al centro allenamenti dei Reds i tifosi esposero uno striscione in cui chiedevano al neo tecnico Rodgers “Make us dream”, facci sognare, e fino allo scivolone di Gerrard contro il Chelsea, per poco il tecnico nord irlandese non ci riusciva. Secondo posto e tanti buoni propositi. Ma dopo due anni e mezzo, di sogni realizzati neanche l’ombra, si stava anzi profilando un incubo.

Eppure il 2012 fu un’annata super: la coppia d’oro Suarez-Sturridge a mietere difese download (1)
avversarie e il Capitano in cabina di regia, il regalo Henderson al calcio che conta e la consacrazione di Coutinho, e poi sparkling football e tante emozioni per un club che da ormai troppi anni, non riesce più ad imporsi nell’Olimpo del calcio internazionale, ne, addirittura, in quello ‘solo’ d’oltremanica. 
La strada sembrava essere quella giusta, ma un club che tra il 2007 ed il 2010 cambia tre proprietari con un indebitamento finale di quasi 300 milioni di euro, non può non fare i conti (nel vero senso della parola) con chi invece ha grande disponibilità economica. I calciatori vengono acquistati più come scommesse che come certezze; lampante la cessione milionaria di Torres al Chelsea e l’acquisto di un giovane Suarez dall’Ajax in coppia con Carrol per il reparto offensivo. Gli allenatori scelti senza seguire una logica ben precisa, da Rafa Benitez, che tra l’altro vince moltissimo a livello europeo, a Roy Hodgson, uno dei più sopravvalutati manager di tutta l’Inghilterra, fino all’opzione romantica di Kenny Dalglish. Quando Rodgers viene scelto come nuovo allenatore, la buona esperienza allo Swansea lo mette nella condizione di poter attuare al meglio il suo calcio spumeggiante e ricco di idee brillanti. Inizia con l’ingaggio di Sturridge, attaccante forte fisicamente ma molto più mobile rispetto a Carrol, poi con quello di un piccolo palleggiatore come Allen, fino ad arrivare a ben 31 nuovi acquisti in 2 anni e mezzo.


imagesAndiamo per gradi: come detto sopra, la prima stagione si conclude molto bene, ma al termine del campionato ancora una volta i soldi fanno la differenza. La macchina da gol Suarez viene ceduta al Barcellona, e con i 90 milioni di euro incassati arrivano Lambert, Lallana e Lovren dal Southampton, Can dal Leverkusen, Markovic dal Benfica, Manquillo dall’Atletico Madrid, Moreno dal Siviglia, Balotelli dal Milan. Punti interrogativi a non finire. 6° posto in campionato ed eliminazione ai sedicesimi di Europa League (visto che nel girone di Champions con Real, Ludogorets e Basilea arriva terzo). La stagione successiva, Gerrard lascia la squadra dopo quasi 30 anni (con le giovanili) di onesto servizio. Arrivano altri milioni di pound per Sterling ai Citizens, ed arrivano altri acquisti, Milner, Benteke, Firmino, Ings, Ibe, Origi, SOLO per citarne alcuni, senza alcun criterio e senza trovare mai una quadratura del cerchio. Per esempio, dopo una sola stagione vengono ceduti in varie formule Lambert, Manquillo, Markovic e Balotelli, e dopo 2 mesi, quindi fino ad oggi, la classifica dice 10° posto, a -6 dal City capolista e con una differenza reti di -2. Ma oltre ai numeri, pare che la società abbia finalmente realizzato che l’idea di Rodger non ha ne’ un capo ne’ una coda, anzi, pare proprio che non ci sia. 
I fischi di Anfield, stadio non certo avvezzo a criticare i suoi eroi, hanno forse fatto aprire gli occhi ai proprietari americani dei Reds, scegliendo quindi di esonerare un tecnico il cui motto appare essere il canonico ‘bello ma non brilla’. Bel gioco ma zero risultati. Prendete il City: Pellegrini non è certo un tecnico che fa del calcio champagne la sua arma migliore, ma la solidità della sua squadra ha per ora dato buoni frutti. Certo, ci vogliono i giocatori, ma anche se il Liverpool non ha un budget astronomico come appunto il City, o il Chelsea, o lo United, o l’Arsenal, visto il potere tecnico che in Inghilterra si usa dare agli allenatori, la colpa non può che ricadere proprio su Rodgers, giacché è lui che sceglie chi va e chi viene, chi resta e chi no, chi gioca e chi va in tribuna. L’anno scorso per diverse partite propose un imbarazzante 3-4-3 con Lallana e Can tornanti (uno è un esterno d’attacco e l’altro un centrocampista centrale) e Sterling punta centrale (con Balotelli e Lambert in panchina). Insomma, in due stagioni e mezzo, tanta confusione tecnica e tattica, zero risultati, un gioco bellino ma che non serve a niente, amarezza che prende il posto dell’euforia iniziale per una Kop sempre piena, ma che adesso, di pieno, ha ben altro.

Destino ineluttabile. La scelta di Klopp la scelta giuklopp-addio-borussiasta. Per 3 motivi. Psicologico: è un emotivo, le lacrime di fronte ad un Westfalen Stadion che inneggiava al suo nome quando decise di lasciare il Borussia sono il segno di un manager che prende veramente a cuore il suo ruolo. Organizzativo: da buon tedesco, è un pragmatico, gestisce benissimo i giovani trovando alchimie giuste con i vecchi, basti pensare alla coppia di centrocampo Kehl-Bender, puntando quindi a crescite esponenziali per fare dei rampolli i talenti che impazzano sul mercato (Lewandowsky, Goetze, Gundogan, Reus, Hummels) delle grandi squadre. Tattico: il calcio visto a Dortmund sotto la sua gestione non ha eguali. Possesso palla intelligente, scambi rapidi a centrocampo e verticalizzazioni per gli attaccanti. Pecca in fase difensiva, ma la sua umiltà e intelligenza lo hanno portato a lasciare il Borussia in quanto ‘si era esaurita la linfa’ che lo aveva portato alla conquista della Bunden ed a giocarsi una finale di Champions contro il Bayern. Un periodo sabbatico a studiare il calcio italiano, forse proprio per imparare dai maestri (perché lo siamo) come impostare una fase difensiva di livello, e poi una chiamata che non poteva essere rifiutata.

Il calcio è uno sport in cui confluiscono modernità e tradizione, business e passione, e per chi come lui è considerato già uno dei migliori tecnici europei con soli 6 trofei nazionali alzati in Westfalia, per i motivi di cui sopra, questo matrimonio deve essere fatto. In una piazza da 18 campionati vinti ma dove il titolo manca dal 1990, dove ci sono 5 Coppe dei Campioni, 3 UEFA, 3 Supercoppe europee, 1 Intercontinentale e 30 Coppe Nazionali, non è certo facile arrivare a campionato in corso e con una squadra senza identità, ma il buon Jurgen ha tutte le caratteristiche che servono al Liverpool in questo momento per programmare un roseo futuro.

download (3)Basta avere pazienza, ma in Inghilterra la cultura calcistica è famosa anche per questo, per il sostegno incondizionato e per l’attaccamento alla maglia al di là del risultato. Ad Anfield ancora di più da questo punto di vista, ad Anfield l’attesa ormai la fa padrona da anni, ma ad Anfield..(you’ll) never walk alone.

WILLKOMMEN JURG